L’infermiera, nel obitorio, pensando che nella stanza non ci fosse nessuno, voleva rubare l’anello prezioso del defunto, ma non appena toccò la mano dell’uomo, rimase paralizzata per lo spavento.

L’infermiera, nel obitorio, pensando che nella stanza non ci fosse nessuno, voleva rubare l’anello prezioso del defunto, ma non appena toccò la mano dell’uomo, rimase paralizzata per lo spavento.

Il corpo di un giovane uomo era stato appena portato all’obitorio. Sul modulo era scritto, freddo e senza emozione: «Arresto cardiaco».
L’infermiera entrò nella stanza per preparare il corpo alle procedure successive.

Indossò i guanti, sistemò la mascherina e improvvisamente si bloccò. Sul letto metallico e freddo giaceva un giovane uomo molto bello — sembrava semplicemente che stesse dormendo.

Ma ciò che catturò maggiormente lo sguardo dell’infermiera fu un altro dettaglio: l’anello nuziale d’oro al dito del defunto.

Lo riconobbe subito. Quegli anelli costavano una fortuna — anche il più economico valeva cinque anni del suo stipendio.

L’infermiera sapeva che in quella parte dell’obitorio non c’erano telecamere, e che nessuno aveva ancora visto il corpo dell’uomo.

«Nessuno se ne accorgerà se l’anello sparisce…» pensò, sentendo il cuore battere sempre più forte. E se qualcuno avesse chiesto? Avrebbe detto che forse l’anello era stato rubato quando l’uomo aveva perso conoscenza per strada.

Si voltò verso la porta — vuoto. Silenzio, solo un debole ronzio delle lampade sopra la testa. Con le dita tremanti si chinò sull’uomo e toccò delicatamente la sua mano, cercando di staccare l’anello. Ma proprio in quel momento accadde qualcosa di inaspettato, che la terrorizzò.

All’istante, le dita del morto si mossero. L’infermiera fece un passo indietro, gli occhi spalancati per lo spavento. L’uomo inspirò improvvisamente, aprì gli occhi e, sbattendo le palpebre, sussurrò:

— Dove sono?..

L’infermiera stava per urlare.

— Voi… siete… nell’obitorio… Il vostro… il vostro cuore si è fermato…

Si sollevò leggermente, guardandosi intorno senza capire cosa stesse succedendo. Il volto era pallido, le labbra bluastre, ma lo sguardo era vivo.

In seguito si scoprì che i medici del pronto soccorso avevano scambiato la morte clinica per quella biologica — il suo cuore si era fermato solo per un istante, ma non definitivamente.

Quando l’uomo fu trasferito in reparto, chiamò l’infermiera e, guardandola direttamente negli occhi, disse con calma:

— Grazie per non essere riuscita a prendere l’anello. È… qualcosa di molto prezioso per me.

L’infermiera impallidì, senza trovare parole. Annuito in silenzio — e da quel giorno non entrò mai più da sola nell’obitorio.

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